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Chianti al mirtillo e vino in polvere

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Quella del Chianti al mirtillo e del vino in polvere è la nuova (neppure tanto) grande truffa del web ai danni dei produttori di vino che da due anni il Consorzio del Vino Chianti sta combattendo con forza.

Le violazioni, che vanno appunto dal Chianti in polvere a quello al mirtillo rosso sono oltre 15.600, di cui 10.700 già rimosse da inizio anno.

Si tratta di violazioni del marchio, contraffazione dei vini o delle etichette, minacce reali alla denominazione toscana. Da due anni il Consorzio Vino Chianti si è affidato a un’agenzia specializzata, la ‘Griffeshield’, che si occupa di scovare frodi, truffe e contraffazioni on line.

La frode del wine kit

I wine kit – oltremodo comuni nei paesi anglosassoni e in USA e Canada – rappresentano la forma principale di frode, spiega una nota, e si tratta di preparati chimici in polvere per fare il vino in casa al costo di un euro a bottiglia: ne sono state individuate e rimosse 6mila.

Seguono oltre 3mila casi di concorrenza sleale, ovvero falso Chianti falso spacciato per vero, e poco meno di 2mila violazioni del marchio commesse attraverso la commercializzazione di etichette contraffatte.

La principale piazza di frode sono siti web dedicati, seguiti dai principali marketplaces.

Violazioni in calo rispetto al 2018

I risultati dell’attività sono positivi, spiega il consorzio, perché le minacce sono in deciso calo rispetto al 2018.

Nel 2019 le violazioni individuate sono state un terzo rispetto all’anno precedente – commenta il presidente del consorzio Giovanni Busi -. Un netto calo, segno che il lavoro funziona. Ma è un dato che non ci permette di rilassarci: il lavoro di tutela del nostro brand e delle nostre aziende deve continuare in modo serrato e determinato perché i danni che queste truffe provocano sono milionari.

Stati Uniti e Regno unito sono i maggiori consumatori di vino contraffatto

La piazza ‘peggiore’ è rappresentata dagli Stati Uniti, perché da qui provengono i frodatori più difficili da ‘disinnescare’, subito dopo troviamo il Regno Unito, mercato principale dei wine kit, mentre il tasso di successo è del 100% in Cina, dove tutte le operazioni di invito all’interruzione dei comportamenti scorretti vanno a buon fine.

Fonte Ansa